Equipaggiamento
I cittadini della polis erano tutti chiamati a difenderla, procurandosi e pagandosi l' equipaggiamento.
Corazzati da capo a piedi questi miliziani erano dotati di un grande scudo ovale,l' Oplon. Nel combattimento singolo uno scudo rettangolare era molto più efficace, ma l' innovazione stava nel permettere ai compagni di affiancarsi e formare un muro di scudi in cui ciascuno proteggeva il fianco del commilitone. Inoltre l' impugnatura formata da due maniglie, una centrale attraverso la quale veniva fatto passare il braccio fino al gomito, e una seconda all'estremità dello scudo, che veniva afferrata dalla mano, permetteva di scaricare il peso su tutto l' avambraccio e dava un enorme stabilità.
La zone scoperte dallo scudo erano protette da un elmo in bronzo, di cui il più famoso è il tipo corinzio, imbottito di una fascia di stoffa o un copricapo di feltro.
La corazza anche essa di bronzo, poi sostituita da una più leggera in lino, la linothorax.
Gli schinieri in bronzo, knemides, si adattavano ai polpacci.
Le armi erano una lancia lunga, la doru, di circa 3 metri in legno di frassino con punta in ferro o bronzo e una spada corta di ferro a forma di foglia, la kopis.
Corazzati da capo a piedi questi miliziani erano dotati di un grande scudo ovale,l' Oplon. Nel combattimento singolo uno scudo rettangolare era molto più efficace, ma l' innovazione stava nel permettere ai compagni di affiancarsi e formare un muro di scudi in cui ciascuno proteggeva il fianco del commilitone. Inoltre l' impugnatura formata da due maniglie, una centrale attraverso la quale veniva fatto passare il braccio fino al gomito, e una seconda all'estremità dello scudo, che veniva afferrata dalla mano, permetteva di scaricare il peso su tutto l' avambraccio e dava un enorme stabilità.
La zone scoperte dallo scudo erano protette da un elmo in bronzo, di cui il più famoso è il tipo corinzio, imbottito di una fascia di stoffa o un copricapo di feltro.
La corazza anche essa di bronzo, poi sostituita da una più leggera in lino, la linothorax.
Gli schinieri in bronzo, knemides, si adattavano ai polpacci.
Le armi erano una lancia lunga, la doru, di circa 3 metri in legno di frassino con punta in ferro o bronzo e una spada corta di ferro a forma di foglia, la kopis.
Tattica : La Falange Oplitica
Gli uomini si disponevano in ranghi serrati in cui ognuno proteggeva il lato sguarnito del compagno, le lance delle prime file venivano abbassate,formando una vera e propria selva e grazie al trombettiere e al canto ritmato la formazione avanzava.Lo scontro tra falangi era devastante: giunte a uno stadio di distanza, allo squillo di tromba si caricavano a vicenda. Vi era uno scontro tra prime linee in cui ognuna delle due formazioni spingeva contro gli scudi dell'altra e intanto cercava di fare affondi di lancia. In pratica uno scontro d'attrito e pressione. Le due schiere opposte di opliti facevano affidamento sulla propria forza di spinta, facendo perno sui loro larghi scudi e soprattutto sulla compattezza della formazione.Non contavano le gesta individuali del singolo soldato, ciascuno era subordinato al gruppo e si ragionava in termini di unità. Questo proprio per mantenere il più possibile unita la formazione: infatti era necessario che gli uomini rimanessero coesi , altrimenti un punto vulnerabile avrebbe potuto mettere a repentaglio l'intero gruppo.
Perchè l' Oplita?
Ogni corpo armato delle società umane è un riflesso delle stesse, ne esprime i valori, gli stili di vita, la cultura, ma sopratutto il modo di concepire lo scontro fra uomini, sia della stessa civiltà che di differenti.
Lo scontro tra falangi, che raggiunge il suo pieno sviluppo nel corso del V secolo, è il risultato calcolato per ridurre al minimo le conseguenze delle lotte intestine alla civiltà greca classica. Può suonare strano, ma ora cercherò di spiegare questa teoria storica.
Le dispute tra città stato per questioni territoriali, economiche, politiche erano frutto della concezione che i greci avevano di se stessi, come un unico popolo superiore agli altri per cultura, lingua e religione, ma diviso dal punto di vista politico, con ogni realtà cittadina estremamente gelosa della propria indipendenza. Ma come risolvere queste continue rivalità senza privare l' intera penisola dei suoi abitanti?
La soluzione : unire tutti i cittadini, di cui un buon 90% contadini liberi, quindi i più colpiti dalle dispute di confine, in un grande schieramento, concordare il campo di battaglia con la città rivale( spesso l' oggetto stesso della contesa) e ottenere il vincitore nel giro di mezz'ora.
Gli scontri duravano così poco inevitabilmente : una delle due falangi, quella meno numerosa, meno compatta , con meno veterani , si sarebbe sfaldata nel giro di poco tempo, spesso anche al solo impatto con l' avversario
Inoltre l' ingente armamento, dava si una protezione quasi totale ma stancava immediatamente il portatore, sopratutto sotto il caldo sole delle estati greche, unica stagione in cui si poteva combattere.
Certo, l' urto e la mischia furibonda erano terrificanti, talmente spaventosi che spesso, le fonti lo narrano in diversi punti, gli opliti si ubriacavano prima dello scontro per scacciare il terrore.
Un' esperienza si devastante, ma che durava pochi minuti, con perdite minime per entrambi i contendenti,anche perchè, era assolutamente vietato incalzare il nemico sconfitto, un codice di "battaglia giusta" che i cittadini prendevano molto seriamente.
Lo scontro tra falangi, che raggiunge il suo pieno sviluppo nel corso del V secolo, è il risultato calcolato per ridurre al minimo le conseguenze delle lotte intestine alla civiltà greca classica. Può suonare strano, ma ora cercherò di spiegare questa teoria storica.
Le dispute tra città stato per questioni territoriali, economiche, politiche erano frutto della concezione che i greci avevano di se stessi, come un unico popolo superiore agli altri per cultura, lingua e religione, ma diviso dal punto di vista politico, con ogni realtà cittadina estremamente gelosa della propria indipendenza. Ma come risolvere queste continue rivalità senza privare l' intera penisola dei suoi abitanti?
La soluzione : unire tutti i cittadini, di cui un buon 90% contadini liberi, quindi i più colpiti dalle dispute di confine, in un grande schieramento, concordare il campo di battaglia con la città rivale( spesso l' oggetto stesso della contesa) e ottenere il vincitore nel giro di mezz'ora.
Gli scontri duravano così poco inevitabilmente : una delle due falangi, quella meno numerosa, meno compatta , con meno veterani , si sarebbe sfaldata nel giro di poco tempo, spesso anche al solo impatto con l' avversario
Inoltre l' ingente armamento, dava si una protezione quasi totale ma stancava immediatamente il portatore, sopratutto sotto il caldo sole delle estati greche, unica stagione in cui si poteva combattere.
Certo, l' urto e la mischia furibonda erano terrificanti, talmente spaventosi che spesso, le fonti lo narrano in diversi punti, gli opliti si ubriacavano prima dello scontro per scacciare il terrore.
Un' esperienza si devastante, ma che durava pochi minuti, con perdite minime per entrambi i contendenti,anche perchè, era assolutamente vietato incalzare il nemico sconfitto, un codice di "battaglia giusta" che i cittadini prendevano molto seriamente.